MISCELLANEA

 

C'era una volta

una scala mobile rotta,

una donna sconvolta,

uno specchio che non riflette piĆ¹.

 

Scruto la folla

dalle luminose verande

in cui tutto si dissocia,

dove tutto si espande.

 

Aculei organici

si incuneano nel tessuto mio adiposo,

tremori incontrollati, eclatanti fragori.

Circumnavigo la stanza e vedo al di fuori.

 

Le nostre anime viaggiano

su deserti bonificati,

sentieri tracciati,

nel mondo che fu.

 

I varchi dimensionali

sono ostruiti dall'odio,

sento un serpente farsi strada

dentro di me.

 

Voci lontane

invocano il mio nome,

non posso ignorarle;

mi reco da loro.